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      Riferendole al polo della sfera stellata, parve loro di vedere che esse se ne accostavano e scostavano periodicamente nell’intervallo di un anno per lo spazio di circa 40". Questo moto annuale dell’altezza della polare fu da alcuni creduto effetto delle refrazioni, da altri effetto di parallassi, ma le fasi del suo movimento esaminate più esattamente non combinavano con queste ipotesi. Di più tal moto era proprio non solo delle stelle circumpolari, ma più o meno di quasi tutte le stelle, onde l’ipotesi di una parallasse annuale generale diveniva assai improbabile. Bradley prese a studiarlo con precisione mediante un lungo cannocchiale verticale, chiamalo Settore zenitale, profittando della circostanza che la stella ? del Dragone passava allo Zenit del suo osservatorio: eliminò così completamente la refrazione, e dopo parecchi anni di osservazioni trovò le leggi seguenti:
      1.° Che il movimento avea realmente il periodo di un anno.
      2.° Che lo spostamento si faceva in modo che la stella era trasportata ad angolo retto rapporto al raggio vettore del Sole, e in direzione della tangente all’orbita terrestre nel senso del moto stesso della Terra.
      3.° Che questo moto non era dovuto alla parallasse, perchè da questa la stella sarebbe stata spostata in un piano passante per la direzione del Sole.
      Il fatto dunque era nuovo e non spiegabile coi moti già noti della Terra. Essendo allora recente la scoperta di Roemer della propagazione successiva della luce, Bradley ravvicinò i due fenomeni, e concluse che lo spostamento era apparente, e dovuto al moto successivo di questa combinato col moto traslatorio della Terra.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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