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      Il nostro Sole collocato all’unità di distanza parallattica stellare, sottenderebbe appena il diametro di 0", 0093, cioè non arriverebbe al centesimo intero di secondo; onde non sarebbe misurabile. L’intensità della sua luce sarebbe ridotta a quella di una stella di sesta grandezza. È adunque impossibile conoscere le dimensioni materiali delle stelle, come è impossibile saperne la distanza in misure assolute.
      A proposito di queste distanze si è domandato se le stelle più vicine non potessero disturbare l’azione solare sui pianeti e le comete più lontane. Ora la risposta è facile. Una stella avente una parallasse di un intero secondo dista da noi 200 mila volte più del Sole e 67 mila volte più che Nettuno dal Sole, quindi l’azione deve essere insensibile. La cometa che ha orbita ellittica più sicura è quella d’Halley che fa il suo giro in 75 anni, essa si scosta dal Sole per 36 unità circa. Ora, per arrivare al punto medio tra il Sole e la stella più vicina, una cometa dovrebbe avere un periodo di 100 milioni d’anni!
      Benchè tutti questi siano per noi risultati incomprensibili, tuttavia queste ricerche ci fanno vedere quanto sia immenso lo spazio celeste, e come non solo la terra sia un punto rapporto allo spazio popolato dalle stelle, ma sia un punto anche l’intero sistema solare, e che le stelle sono collocate a tali enormi distanze che le loro azioni reciproche devono esser minime ed insensibili, e perciò sono anche minimi i loro moti proprii apparenti.
     
     
      Capo V.
     
      STRUTTURA DELL’UNIVERSO.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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