Il quesito considerato in genere si risolve facilmente per ciò che spetta a certe regioni celesti, come p. es. le Nebulose di Magellano, e per certe larghe chiazze della Via Lattea, che sembrano globulari in amplissima scala. Volendo infatti che ivi le stelle fossero poste alla stessa distanza tra di loro, come potrebbero credersi in altre regioni del cielo, bisognerebbe supporre che esse fossero masse cilindriche dirette col loro asse propriamente verso l’osservatore; il che ognuno vede quanto sia improbabile. Di più certe masse sono composte di stelle quasi uguali e conglobate con densità crescente verso il centro in tal modo, che è impossibile non riconoscerle sistemi speciali. Tali sono i numerosi gruppi isolati nel cielo e moltissimi altri che s’incontrano nella Galassia. Noi qui non intendiamo parlare di questi casi, ma parleremo soltanto della massa generale visibile, specialmente nella Via Lattea, e deve definirsi quale delle due ipotesi è preferibile.
W. Herschel, nel principio de’ suoi studii stellari ammise l’idea di Huyghens che le stelle fossero egualmente distribuite nello spazio, e perciò misurava la profondità dello strato dal numero di quelle che trovava sulla visuale ne’ suoi scandagli; questo lo condusse alla sua famosa costruzione di un sistema di Via Lattea formato di un grande strato di spessezza relativamente sottile e biforcato dal lato del Sagittario, e formato in sezione normale, come vedesi dato comunemente, rappresentante la figura di un . Ma tal concetto fu abbandonato da lui stesso negli ultimi anni, benchè molti seguitino a riferirlo come sua opinione definitiva.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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