Nè osta il dire che allora tali sistemi non sarebbero stabili, perchè forse colle collisioni loro questi astri potrebbero esser destinati alla rinnovazione dell’energia e alla riattivazione della vita.
Con questo però non voglionsi esclusi i sistemi stellari che ora son troppo ben provati nelle stelle doppie, triple e multiple, anzi varii gruppi nella Via Lattea si trovano già tali, che senza esser globulari sembrano dare idea di sistemi parziali.
Così pure ci pare giusta l’idea del signor Proctor che considera i fori della Via Lattea presso la Croce Australe e nel Cigno, quali indizi che la spessezza dello strato siderale è limitato, e che noi vediamo oltre ai limiti della sua spessezza. Infatti come un ammasso sferico, quali sono le Nubecole magellaniche, si argomenta per la sua sola forma che non è un cilindro indefinito diretto coll’asse verso l’osservatore (V. sopra); così questi fori ci mostrano che i fianchi che li circondano hanno una spessezza nella direzione del raggio visuale proporzionata alle loro larghezze laterali, senza di che dovremmo concepire quei fori come tubi indefinitamente lunghi col loro asse precisamente a noi rivolti. Da ciò la conseguenza che la Via Lattea deve essere un sistema finito di stelle, la cui profondità nella direzione della visuale in certi punti, non può in genere differire molto dalla sua larghezza, almeno su certe linee, ma che in altre e impossibile dire ove finisca. Questa apparenza di fori, potrebbe però spiegarsi anche in altro modo, cioè colla presenza di masse oscure e assorbenti la luce come dicemmo altrove.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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