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      I primi speculatori dissero la Via Lattea un anello, altri un disco spaccato in due; ma nessuna di queste forme può spiegare neanche in maniera approssimata le sue convoluzioni. Il signor Proctor ora la paragona ad una specie di serpe che si rivolge in sè stesso, senza però chiudere il circolo, lasciando in un luogo una lacuna, come si ha nella costellazione della Croce del Sud[77]. Ma tutte queste forme possono appena dare una idea dell’insieme della massa stellare, grosso modo, come suol dirsi; e la sua struttura reale sfida ogni nostra congettura.
      Tutto quello che si può dire si è, che essa è composta principalmente di sterminati ammassi, i quali sono collegati da regioni, ove le stelle sono diffuse con minor densità e con più uniformità. Che la serie di questi ammassi è più lunga e densa rapporto a noi nella direzione del Sagittario, e che diametralmente contro ad esso in Perseo e Cassiopea ha pure una grande profondità, ma minore: mentre a destra e a sinistra di questa linea diametrale il suo termine è molto più vicino a noi. Che il nostro Sole colle stelle più vicine del gruppo, di cui esso fa parte, non sia certamente collocalo nel centro dello strato, ma sia sensibilmente eccentrico, risulta dalla diversità enorme di densità delle stelle tra le 6or di A. R, e le 18or; anzi da questo lato la Via Lattea si biforca in modo assai singolare, e mentre è tutta brillante ed in molti punti irresolubile, s’interrompe poi, non lungi di là tutto ad un tratto terminando in due larghi ventagli, posti quasi a fronte nella costellazione di Argo in A. R di 9or come già indicammo.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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