Vediamo ora quale è la dottrina dell'evoluzione organica dopo l'Origine delle specie di Carlo Darwin.
Questi, sostanzialmente, scrisse su l'origine della specie nel senso che da una data forma specifica possa nascere altra specie, per variazione, che sarebbe sorta per varî fattori, fra cui la lotta per l'esistenza, l'adattamento alle condizioni di esistenza, la scelta naturale; e il suo celebre volume principalmente su questo verte, e così anche in altri lavori, fra i quali quello sulle variazioni in animali e in piante. Egli non ammise trasformazione da un tipo animale ad altro, e per i vertebrati ammise una forma che forse intese essere progenitore di tutte le cinque classi, ma non mai che vi fosse passaggio da pesci a rettili o anfibi, e da questi a mammiferi: da qui egli credeva che vi fossero progenitori almeno quattro o cinque. Nell'opera sull'Origine delle specie, Darwin si mantenne in queste idee generiche. Cedeva, ma teoricamente e senza tentativi da parte sua a dimostrarlo, al concetto di Haeckel, che entrò risolutamente nel trasformismo e quindi naturalmente nel monismo, che ne era il risultato: da una forma animale protozoica doveva svolgersi per evoluzione e trasformazione tutta la serie animale fino all'uomo, vertebrato mammifero superiore: l'unità della formazione della vita organica: il monismo nella natura: gli alberi genealogici varî e completi che tutti conoscono.
Tutto ciò fu dimostrato da Haeckel con grande ricchezza di argomenti, che egli trasse dalla embriologia e anatomia comparata, in cui era maestro: dalla morfologia, cioè, in evoluzione, e formata.
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