Ciò l'A. ripete in altri luoghi del volume, come ripete l'affermazione opposta. A conciliare queste opposte affermazioni pensi lo stesso autore.
La 2.a proposizione è la seguente:
«Malgrado ciò, l'evoluzione filogenetica non è indefinitamente rettilinea, ma è (dicotomicamente) ramificata per divisioni differenziali che avvengono nell'idioplasma specifico per effetto della costituzione da esso raggiunta nel corso della sua evoluzione».
Questa proposizione è completata e resa più intelligibile in altro luogo, così:
«L'ipotesi che facciamo è la seguente:
«Nella loro evoluzione filogenetica rettilinea, la cui direzione non è variabile secondo la varietà dei fattori esterni, i determinanti raggiungono una certa complessità nella loro costituzione chimica in seguito alla quale essi devono subire una divisione. Questa divisione filogenetica (diversamente da quella che si ha nelle divisioni ontogenetiche che avvengono nei determinanti ad ogni citodieresi o scissione cellulare) sarà differenziale secondo lo schema
BA <
Cin cui un determinante si scinde in due nuovi determinanti diversi da esso stesso e diversi fra loro.
«Anche in tal modo, per una scissione differenziale la cui causa immediata è endogena, noi potremmo spiegare quel successivo prodursi di determinanti diversi dal quale dipende il progressivo aumento di complessità che subisce nella serie dei tempi l'idioplasma specifico».
L'A. poggia la scissione dell'idioplasma, che chiama specifico, nella filogenesi su quella dell'idioplasma individuale, quando questa si svolge nell'embrione; ma, per ipotesi, afferma che la scissione deve dare due parti diverse fra loro, B e C, e dallo stesso idioplasma A, da cui le due parti derivano; altrimenti non vi sarebbe nulla di nuovo nel nuovo prodotto.
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