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      Questo fenomeno nella filogenesi è iterato continuamente e sempre con le medesime diversità. Ora, qui sta il problema fondamentale della teoria endogena, assimilata allo sviluppo embrionale, e col quale l'A. crede di trovare riscontri continui: come, cioè, può nascere questa diversità? Se i determinanti nell'idioplasma raggiungono una certa complessità nella loro costituzione chimica, nello scindersi, le parti devono racchiudere quello che è compreso nell'intero complesso, perciò identico non diverso, come suppone l'A. Ancora, il suo idioplasma è specifico, cioè è determinato come qualsiasi altro di altra specie; per questo il problema diventa più complesso. Ma rimane di chiedere all'A.: come e perchè i determinanti nell'idioplasma acquistano una complessità nella loro costituzione chimica? qual'è il fondamento di questa affermazione? Tanto più che tutto questo avverrebbe come fenomeno interno, endogeno, senza che vi sia influenza di fattori esteriori, sì e no.
      L'Autore mi consenta di dire che egli qui fa un passo arditissimo, affermando che da un idioplasma specifico possono derivare due idioplasmi differenti fra loro e da quello; io direi che questo è un salto mortale, perchè egli vuol risolvere il problema formidabile della genetica con una affermazione semplice. Egli sa che sostanzialmente tutte le teorie emesse per spiegare le variazioni, si riferiscono infine ai mutamenti interiori dell'idioplasma, e che esse non hanno trovato spiegazioni soddisfacenti. La sua ipotesi fondamentale non è giustificata menomamente, ed ha carattere gratuito, almeno per quanto io possa comprendere.


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La vita animale e vegetale
Origine ed evoluzione
di Giuseppe Sergi
Editore Sonzogno Milano
1922 pagine 150

   





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