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      Le forme costanti sarebbero apicali? Vorremmo avere un esempio delle radicali, e resteremmo grati all'Autore. Perchè allora potremmo ritenere valida la teoria sua, quando ci mostrasse questa forma radicale e le specie da essa derivate, che restano costanti, le quali, secondo lui, forse evolvendosi, non escono mai dall'àmbito del tipo; verità sacrosanta per noi, corrispondente alla realtà, ma perchè questi tipi, che non mutano, sono anche originari, come evidentemente ci rivela la paleontologia senza alcuna eccezione.
      «Nessuno di noi (seguita a scrivere il Rosa) si stupisce (io meno che mai) se gli si dice che da animali sono pur sempre nati solo animali e da metazoi altri metazoi, che i vertebrati non han mai dato origine ad altro che a nuovi vertebrati e così i mammiferi a nuovi mammiferi, i placentali a nuovi placentali, i primati ad altri primati, e gli hominidæ ad altri hominidæ». Verissimo tutto questo, ma perchè questi esseri sono d'origine tali quali vediamo persistere, non perchè derivando da una specie che non è mai esistita, la loro evoluzione in forme nuove e al di là dell'àmbito loro siasi formata, come vorrebbe il nostro autore. Qui egli ha veduto la realtà, ma a spiegarla si è fermato alle sue antiche idee e non ha avuto il coraggio di buttar fuori del tutto l'evoluzione-trasformismo.
      Rosa, incatenato dalla sua Ologenesi e dalle varie leggi da lui create, non poteva vedere tutta la verità; ne ebbe un barlume soltanto. Gli animali viventi e quelli che apparvero successivamente dal precambriano in poi, e fra questi anche quelli che si estinsero, hanno compiuto il loro ciclo di evoluzione tipico, e non restava e non resta loro che variare nel proprio àmbito sempre e non uscire da questo: ciò è fatto non teoria.


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La vita animale e vegetale
Origine ed evoluzione
di Giuseppe Sergi
Editore Sonzogno Milano
1922 pagine 150

   





Autore Rosa Ologenesi