Così, tutti gli esseri sono definiti, di qualsiasi grado si considerino, nessuno inferiore per il fine biologico, animali e piante egualmente. Vi sono organismi detti comunemente inferiori che sono mirabili per la loro organizzazione e per il modo di funzionare, e soltanto relativamente possono considerarsi inferiori. Ogni organismo vive per sè, nella sua classe e non ha l'impulso di superarla per trasmutarsi in altra; soltanto può subire mutamenti secondari, superficiali, che non lo trasformano mai in altro essere nuovo: la persistenza è la regola invariabile, la conservazione tipica constatata dalla eredità costante è il fatto, reale.
Tutto questo è constatato dalla storia paleontologica e dal fenomeno della riproduzione ereditaria.
Rimangono formidabili le obiezioni che non hanno mai avute soluzioni, non che soddisfacenti, possibili: la brusca apparizione dei tipi animali e vegetali in ogni epoca geologica, dal cambriano in poi; l'assoluta assenza di forme intermedie fra tipi differenti; la persistenza dei tipi tutti, dalla loro apparizione fino all'estinzione di alcuni; l'evoluzione avvenuta di alcuni tipi animali a traverso epoche geologiche senza mutar di tipo.
Queste obiezioni avranno risposta e soluzione con la interpretazione nuova dell'origine della vita organica.
II.
L'ABIOGENESI E LE CONDIZIONIPER L'ORIGINE DELLA VITA.
Per problemi scientifici astrusi, intorno ai quali da molti eminenti uomini si è scritto con varia vicenda, non è cosa facile rifare la via, se non con lo spogliarsi dalla preoccupazione dei dogmi da qualunque parte derivino e da chiunque stabiliti: è il mio compito da alcuni anni, e quindi mi piace da questa Biblioteca della Sezione Scientifica Sonzogno chiarire qualche problema che sembrava risoluto, procedendo, ove è possibile, per ordine di fatti più che per idee teoriche, ancorchè care a molti.
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Biblioteca Sezione Scientifica Sonzogno
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