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      Nessuna trasformazione di tipo dunque, ma soltanto variazioni che producono specie. E a dir vero, come mostrerò in seguito, Darwin, nel suo memorabile volume, parla soltanto e principalmente dell'origine delle specie; e De Vries, che scrive di evoluzione per gli esperimenti della sua Oenothera, non mostra che variazioni specifiche; i suoi mutanti non mutano il tipo; le sue nuove Oenothera sono sempre Oenothera; e questa non è evoluzione; anzi è così poco evoluzione che alcune specie di Oenothera, come la O. nanella, hanno caratteri d'inferiorità.
      Questo che abbiam detto fin qui, serve di base a quel che diremo in seguito per le altre più complicate manifestazioni della vita animale.
      IV.
     
      LA VITA ANIMALE.
      (Fine).
     
      La teoria dell'evoluzione è stata costrutta sulla fauna vivente, senza investigare come questa fauna avesse avuto origine, tanto meno come le varie famiglie animali e le varie classi fossero apparse nei periodi geologici. Si costruì una gradazione animale, secondo il valore attribuito all'organizzazione, e se ne fece una serie ascendente dal più basso grado al più elevato, cioè, da animali che constano d'una sola cellula a quelli di un numero infinito di cellule, da invertebrati a vertebrati di grado differente: l'uomo, secondo questa gradazione, sarebbe all'apice dell'evoluzione.
      Certamente è impressionante il fatto; e, caduto il concetto della creazione indipendente, secondo che è presentata dalla Bibbia, il biologo doveva ricercarne una spiegazione, ed ecco Lamarck e poi Cuvier e i Geoffroy Saint-Hilaire, Darwin, Haeckel, per non ricordare che i sommi biologi.


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La vita animale e vegetale
Origine ed evoluzione
di Giuseppe Sergi
Editore Sonzogno Milano
1922 pagine 150

   





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