Tutte le specie e mutazioni di Oenothera, non importa il dubbio sui suoi caratteri, se di ibrido o di specie pura, hanno un numero di cromosomi variabile da 14 a 20, e quelle piante che li contengono appartengono tutte all'unico tipo Oenothera. Facciamo però osservare che alcune specie differenti portano cromosomi di egual numero, cioè questi cromosomi non dànno neppur l'indizio che fra alcune diverse forme vi sia differenza vera e caratteristica, come si potrebbe credere, nelle cellule germinali.
Lo stesso Gates riferisce nella Tav. XIII una serie di specie con il loro relativo numero di cromosomi. Da essa si rileva il medesimo fatto, cioè che specie differenti hanno un numero eguale di cromosomi, non tutte però, ma la maggior parte. Così: Potentilla rupestris ne ha 8, ma le specie P. sylvestris, P. anserina, P. reptans ne hanno 16 ciascuna. Crepis vivens ne ha 3; C. tectorum, C. taraxacifolia ne hanno 4; C. lanceolata, e id. platyphyllum, ne ha 5; C. japonica ne ha 8; cioè differente numero alcune specie, eguale altre. Potrei continuare, ma è superfluo.
Ora, rimanendo inspiegabile il fatto del nessun mutamento nel numero dei cromosomi in alcune specie dello stesso genere, quando già il mutamento esiste nell'organismo, mostra che non può esservi un salto per caratteri che siano totalmente nuovi: i mutamenti avvengono nello stesso àmbito della specie.
Questa breve digressione vale a confermare il nostro principio già espresso altrove e dimostrato con altri argomenti, cioè: le variazioni in esseri viventi si producono nell'àmbito medesimo del tipo, e quindi non può aver luogo nessuna trasformazione.
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