Ranke, orientandosi sul tipo cranico dell'Uomo allo stato fetale e alla nascita, lo considerò come base del tipo dei mammiferi, quasi che la forma umana rappresentasse il tipo da cui si svolgessero le forme dei mammiferi. Klaatsch, dopo di aver vagato un poco nei concetti della discendenza umana e avere più o meno implicitamente negato la genealogia umana dai Simiidi, venne ad una concezione poligenica, mettendo insieme alcune forme di Simiidi viventi, Orango, Gorilla, con quelle umane, appoggiandosi su caratteri morfologici. Non sono mancati coloro che, come Branca, per un organo particolare, per es. la placenta, negano la parentela fra Antropoidi e altre scimmie inferiori. Vorrei dire di altri, ma credo inutile e vengo, invece, alle ultime opinioni su quest'argomento.
Merita il primo posto il Boule, paleontologo francese. Egli che ha fatto un'analisi completa del tipo fossile umano detto di Neandertal in occasione dell'esame dello scheletro di La Chapelle aux Saints, viene ad alcune dichiarazioni importanti, che sono le conclusioni del lavoro, ed io le trascrivo quasi letteralmente.
Il ramo umano è assolutamente indipendente dai rami vicini degli altri Primati, specialmente da quello degli antropoidi viventi. Questo concetto è contrario alle opinioni di alcuni per i quali il genere Homo non sarebbe che una forma più elevata del gruppo delle scimmie antropoidi, con le quali dovrebbe formare un blocco.
Il ramo umano è dunque ben distinto dall'antropoide, ma noi non conosciamo il tronco del ramo umano, che è ancora isolato dai suoi vicini.
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