Di altre suddivisioni che si riferiscono al ramo umano secondo Keith, dico subito che non corrispondono alle condizioni reali della famiglia umana vivente, così molteplice di rami e di morfologia. Keith vorrebbe stabilire, come risulta dai suoi studi morfologici, una maggiore affinità dell'Uomo con le antropomorfe, estinte e viventi(20).
Seguono alle due opinioni esposte altre che, secondo il mio parere, segnano un regresso.
In altra occasione io ho esaminato i concetti di Pilgrim(21), e non vi ritorno qui che per dire che egli da nuovi documenti avuti di antropoidi fossili, costruisce una genealogia da antropoidi ad Uomo, è egli in qualche modo poligenista, ma nel significato trasformista. Così da un ramo da cui fa derivare gli Hylobates, fa derivare Eoanthropus dawsoni (Piltdown) e il tipo di Neandertal; da altro ramo da cui Sivapithecus, Pithecanthropus e Homo sapiens. Il Sivapithecus qui giuoca una gran parte; ma non è che un frammento di mandibola con qualche dente, che rivelano in modo evidente la loro natura di vero antropoide; la ricostruzione fatta dal Pilgrim è veramente arbitraria, mancando tutti gli elementi che ne possano dare una qualche idea approssimativa alla forma umana. In sostanza Pilgrim crede di stabilire un'evoluzione da antropoidi a Homo; e in questo sta il regresso dalle opinioni anteriori di Boule e di Keith.
Gregory, del Museo di Storia naturale di New York, che ha lavori di analisi molto importanti, dei quali spesso mi sono servito, ha impreso uno studio sopra l'evoluzione dei Primati(22); e in questo ha manifestato le sue opinioni intorno all'origine dell'Uomo.
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