Sciupati due anni con questi preti dai quali non appresi nulla che mi sia rimasto, mio padre pensò di mandarmi in Napoli nel novembre del 1828, per studiar leggi, perché egli intendeva fare di me un avvocato. Eppure io avevo in bocca una linguaccia che non pronunziava l’erre, e non profferiva dieci parole senza tartagliare. Il napoletano è naturalmente facile parlatore e chiacchierone, ed io ebbi per molti anni la lingua legata, e per non fare ridere di me, io mi taceva, specialmente innanzi a le donne, e pensavo, e osservavo ogni cosa. Ho corretto questo vizio con una volontà forte, con gli anni, e quando ho appreso a disprezzar gli uomini. Con tale una lingua far l’avvocato! Dovetti ubbidire, e a sedici anni fui balestrato nel mare magno della capitale.
IV - Entrata nel mondoMio padre non volle allogarmi in casa di nessun parente, ma a consiglio del suo vecchio amico Gaspare Giglio, che aveva due nipoti7 nell’istituto di don Gaetano Cioffi, messe anche me in quell’istituto. Eccomi dunque in Napoli, e tra gli studenti. Gli studenti erano divisi in due parti avverse e nemiche: i napoletani, pochi, attillati, superbi, ignoranti, molli, che studiavano così un poco per avere un impiego; ed i provinciali molti, salvatichi come orsacchi, generalmente boriosi, rissosi, ed i più poveri più diligenti a lo studio. Questi provinciali a poco a poco si ripuliscono, rimbiondiscono, diventano zerbini, frequentano i passeggi, occhieggiano le donne, ed in capo ad alcuni anni se ne ritornano a casa, dove portano un paio di vestiti nuovi, una pergamena di dottore, un viso sbiancato dall’aria di una grande città, e qualche vizio che si chiama civiltà. Io quantunque nato in Napoli, pure essendo stato in provincia sin da fanciullo, stetti fra i provinciali: e i due nipoti di don Gaspare miei compagni, che erano calabresi, mi fecero conoscere parecchi calabresi: sicché io passavo per uno dei loro, e per non parere un intruso, io rammentavo spesso mio nonno che era di Bollita, paese che da prima apparteneva alla Calabria e poi a la Basilicata.
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