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      Mi sentii rovesciato addosso una pentola d’acqua bollente; non sapevo di aver quel dovere, e da adempierlo subito, ché tra pochi giorni sarebbe venuto il 12 gennaio 1836, in cui re Ferdinando compiva il suo ventesimo sesto anno. Mi dibattei come un cavallo selvaggio preso al laccio, e mi sentiva avvilito innanzi la mia coscienza. Non c’era che fare. Si pensò che la regina era per partorire, e che sarebbe stato meglio fare l’accademia in occasione del parto. Ella partorì il 16 gennaio, ed io mi messi a cantare; ma dopo quindici giorni venne la nuova che ella era morta, ed io dovetti cangiar tuono!
      La morte della regina afflisse tutto il regno: il dolore fu sincero, il lutto generale. Giovane, bella, pia, compassionevole, morire mentre era lieta d’un figliuolo, e così subito, e mentre si festeggiava il suo parto, era veramente una pietà. Si bucinò che Carlo principe di Capua avendo anch’egli la comune opinione che il re fosse impotente a generare, e vedendolo per due anni senza prole, aveva sperato di succedere al trono; ma che quando si accertò della gravidanza della regina, e poi del parto, e della prole maschile ne fu corrucciato a segno che venne a fiere parole col fratello, ed entrambi messero mano a le spade; che la regina li udì, balzò dal letto, si gettò in mezzo, li divise; e che per questa paura, essendo ancora tenera del parto, la poveretta in capo a pochi giorni si morì. Questo fatto mi fu riferito da persona che soleva spillare tutti i segreti di corte. Certo è che quel Carlo fu violento e malvagio da giovane, e fieramente si odiarono col fratello.


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Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





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