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      Lo dico in tre parole: sollevare la coscienza umana. E se il papato è stato uno de’ più fieri oppressori della coscienza umana, la rivoluzione deve trasformare il papato e le sue dottrine, anzi deve trasformar proprio il cristianesimo il quale ha fatto il suo tempo nel mondo, ha prodotto i suoi beni ed i suoi mali, ed ora, come tutte le cose umane, deve trasformarsi. “Oh esso è venuto da Dio”. Tutte le religioni si dicono venute da Dio, ma esse sono uscite da la coscienza dei popoli e si mutano necessariamente come essa coscienza si muta. Pio IX credette di fare opera di uomo dabbene, ma fece opera di cattivo papa: indi a poco se ne pentì, ma non gli giovò. Se non mosse egli la rivoluzione, neppure poteva frenarla egli. Ma oggi se uno potessse gettare uno sguardo nel fondo fondo dell’animo di questo vecchio papa, che ha perduto il trono, e vede scaduta la fede e il cattolicesimo fieramente assalito, io credo che in quel fondo troverebbe anche lì la rivoluzione, troverebbe l’uomo che si compiace di vedere unita l’Italia che egli un tempo amava e benediceva.
      Le amorevoli udienze del nuovo papa, il perdono di tutti i reati politici, le larghezze e le riforme che vennero di mano in mano crescendo, sollevarono i romani a grandi e festose allegrezze, e commossero profondamente i popoli italiani e gli altri popoli d’Europa e del mondo. “Che nuovo miracolo è questo, un papa che perdona?” Dissero le genti: “Dunque la libertà non è peccato, come finora si è detto! Dunque i liberali non sono nemici di Cristo, come ci si dava ad intendere!


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Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





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