Tornerà a niente tutto questo? Non è possibile: è fuoco che nasce di dentro, sono fatti necessari che nascono dalla coscienza. L’Europa si rinnova: avrà travagli, ma si rinnova certamente”. Allora parve sonata la grande ora del riscatto italiano: non vi fu gioia più pura, speranza più lieta, concorso di casi più felice. Il nostro popolo sentì quasi per istinto che in Lombardia si decideva della libertà e della vita di tutti gl’Italiani, che il primo e più sacro dovere di tutti era quello di prendere le armi e correre e scacciare lo straniero. Se saremo concordi e saremo tutti, chi ci resisterà?
Alcuni corsero al palazzo dell’ambasciatore austriaco, tolsero l’abborrito stemma dell’aquila, lo ruppero, lo bruciarono tra le grida di viva Italia, morte all’Austria. Biasimerei queste ire, ma ricordo i soldati austriaci frustare i carbonari, fustigare le donne nude, infilare i bambini a le baionette, e gridare “Porca italiana”; le scuso queste ire, e le biasimo soltanto perché si volsero sopra uno stemma.
Un’immensa moltitudine di popolo andò innanzi la reggia e gridò si mandassero soldati in Lombardia; andò a casa del Bozzelli a chiedere che il governo mandasse subito soldati in Lombardia, e desse le armi ai volontari: i nostri giovani davano i loro nomi per quella santa crociata, e di niente altro parlavano, niente altro desideravano che correre in Lombardia con la croce sul petto dell’uniforme nazionale. Cristina Trivulzio, principessa di Belgioioso, milanese, che allora era in Napoli, si fece guidatora di una schiera di giovani ardenti e con essi partì il 29 marzo.
| |
Europa Lombardia Italiani Italia Austria Porca Lombardia Bozzelli Lombardia Lombardia Trivulzio Belgioioso Napoli
|