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      Il prete don Placido Baccher che nella chiesa del Gesù vecchio predicava a gran numero di bizzoche, diceva loro si raccomandassero a Dio perché egli vedeva avvicinarsi gli orrori, il sangue, il saccheggio del 1799. Alcuni preti spargevano che san Gennaro non farebbe il solito miracolo nei primi giorni di maggio: tre uffiziali della guardia nazionale, Giuseppe Avitabile, Giovanni La Cecilia, e Michele Sorgente andarono dal cardinale arcivescovo ammonendolo che pregasse il santo di fare il miracolo, e il buon santo non si fece pregare lungamente, e fece il miracolo senza difficoltà. Si spargevano altre voci che i calabresi che stavano in Napoli volevano fare repubblica, e uccidere tutti i soldati, o rimandare gli svizzeri. Nel 10 maggio il canonico Paolo Pellicano, uno dei condannati di Reggio, che aveva molto parlato e molto promesso, e perché bello di persona era piaciuto ad alcune dame, ed era stato nominato coadiutore nel ministero degli affari ecclesiastici, dopo aver fatto un sermone nella chiesa del Gesù Nuovo, all’uscire fu assalito da due soldati di marina, ferito di vari colpi di baionetta, e campò la vita quasi per miracolo. I soldati in divisa, veduti, conosciuti, fuggirono via, e non furono mai puniti né processati. S’avvicinava il 15 maggio e tutti speravano che da quel giorno, occupandosi gli animi di nuove cose, cesserebbe quello scompiglio. Si doveva eleggere i pari. Delle quattordici province del regno solamente sette avevano nominati i pari: le altre non li volevano, e si astennero.


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Ricordanze della mia vita
Volume Primo
di Luigi Settembrini
pagine 271

   





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