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      'Siete venuti per consolare me, ma sapete quanti sono i condannati a morte? siamo otto, sette figli ed io. Essi moriranno ogni giorno, ogni ora, ogni momento. Andate a confortare i figli miei.' Mi rispondevano che essi andrebbero, che la congregazione de' Bianchi penserebbe per loro. 'Ma come li conforterete? restituirete ad essi il padre? siete padri voi?' Mi dicevano che offerissi le mie pene a Gesù. 'Sì, diceva io. Gesù è stato sempre il mio esempio. Dimandate il tal prete e vi dirà che io sono stato sempre, sempre buon cristiano. Ma Gesù fu crocifisso dai giudei, ed io sono crocifisso dai cristiani.' Dimandai loro di andare al patibolo senza benda agli occhi: essi non volevano, dicendomi che doveva andare tutto raccolto ne' pensieri dell'anima, ché avrei potuto vedere qualche persona che mi avesse turbato. Ed io risposi loro: che voleva vedere il sole e il cielo, per l'ultima volta, voleva vedere i volti de' miei cittadini, e se tra la folla v'era qualcuno de' miei figliuoli, io lo benediceva prima di morire."
      Ed a queste parole che dicevano essi?
      Che potevano dire? piangevano, sospiravano profondamente, stavano con le braccia innanzi al petto. Mi hanno fatto udire la messa: mi hanno tenuto una giornata: io ho parlato più di loro. Infine la voce mi mancava, i ferri mi davan dolore al piedi, li ho pregati di lasciarmi, ed essi mi hanno ricondotto ed aiutato a gettarmi su i farti. Mi hanno benedetto, e lasciato il crocifisso. M'annoiava di udire i pianti ed i conforti de' custodi, ed ho finto di dormire.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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