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      Peppino rispose: "No, sarą domani non oggi, assicuratevi". Quegli riprese, che stamane sarą l'esecuzione, perché č venuta una persona da Napoli, e lo ha detto. Nessuno rispose. Io m'intesi un gelo per tutta la persona e dubitava s'era vero quello che sentiva, il cuore mi agonizzava, io diceva tra me: "Sarą questo un inganno che mi hanno fatto dicendomi un giorno per un altro e facendomi allontanare da Napoli. Come dice costui, io sto qui, e Luigi si sta preparando per salire il palco. O mio caro Luigi, e che cosa starai soffrendo a quest'ora? dove ti troverai? a che starai pensando? ti ricordi della tua Gigia, e de' figli tuoi? Ah, noi pił non ci vedremo. Mio Dio, dągli forza per soffrire, e non fargli capire in che punto si trova. Dio mio, dągli speranza, dągli aiuto, consolagli il cuore. Ed il cardinale ancora non si vede! e che ci dirą quando esce?" Mentre io diceva fra me queste cose ecco il cardinale il quale subito che ci vide disse: "Io nella messa ho pregato Dio per voi". Queste parole, la sua dolce fisionomia, mi animarono un poco, Vincenzo il prete e Peppino gli parlarono, gli parlai anche io, le mogli di Agresti e di Faucitano piangevano. Io dissi quel che poteva dirgli una moglie ed una madre disgraziata, ed in quello stato. In prima egli rispose di non potere far nulla e diceva: "Andate questa sera nella cappella reale dove sono le quarantore e tutti possono entrare, e lą vedrete il Re e lo pregherete". "Dio mio," io risposi, "come? si tratta di vita, mio marito si trova in cappella, dimani a quest'ora pił non esisterą, e noi tre mogli sventurate saremo vedove, ed i nostri figli non avranno padre.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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