Giunse per la strada ferrata una donna da Napoli che accertava esservi sospensione per due meno che pel Faucitano. Mariannina l'intese, e disse: "Dunque per Salvatore non vi è grazia? dunque solo mio marito è rimasto co' Bianchi?" La donna diceva di aver veduti i Bianchi. Io le raccomandai a non dire altro per non uccidere quella sventurata, alla quale io dava tutti i conforti che io poteva, e l'assicurava che la grazia dovea essere intera. Intanto vedo la carrozza di monsignore che veniva a palazzo, gli corro incontro e gli dico: "Monsignore, corre voce che vi sia sospensione per due, e non per Faucitano, se ciò è vero pregate il Re per Faucitano ch'è padre di sette figli". Monsignore esclamò: "Per carità non mi dite niente più: io adesso moro; che cosa è avvenuto questa mattina? lo non ho più sangue alle vene. Faccia Dio, faccia Dio". E così entrò nella reggia, ma non potè parlare subito col Re, perché stava in consiglio di Stato; parlò prima con la regina, ed attese che il Re uscisse per poco dal consiglio per non so quale cagione, per fargli dare la lettera del cardinale.
Mentre questo accadeva nel palazzo noi stavamo fuori aspettando. Intanto sapemmo che il fratello di Faucitano, che non era venuto a Capua con noi, era stato arrestato e costretto a tornarsene in Napoli, dove fu libero. L'ora si avanzava, il sole mi faceva male agli occhi, il freddo, il vento e la stanchezza non mi facevano reggere in piedi, cercai di sedermi su di un poggiuolo ch'è a piè del muro del palazzo, e vicino mi sedettero tutt'i bambini che si mangiavano delle ciambelle.
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