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      Garzoncello, ei custodiva, come suo padre, le torme di cavalli del duca di Laurenzana: un suo zio materno, tristo bravaccio ed astuto ladro, veduta l'indole svegliata del giovanetto, lo prese ad allettare, a menar seco, a fargli parte de' suoi ladronecci e in fine gli pose una carabina in mano. Pasquale non sapeva come usarla, moriva di voglia di vederne gli effetti; e una sera, per uno scherzo, per una curiosità, dice egli, per una pazzia, la volse alla finestra della casa della sua innamorata, e sparò: la palla entrata per la finestra percosse nel muro dirimpetto due palmi sovra il letto dove dormiva la povera giovane con due sorelle. Egli viste le genti levate a rumore, corre a nascondere la carabina, tornò al luogo dove aveva fatta quella pazzia, e si pentì d'aver dato per nulla tanto spavento alla donna amata ed alla sua famiglia, che facevano mille congetture, e non seppero mai il vero. Per un caso strano egli amò questa fanciulla che si chiamava Lucia. Una notte lo zio lo condusse a fare una serenata con altri giovinastri del villaggio tutti armati come si suole. Messe le poste alle cantonate, si cominciò a sonare e a cantare: ma ecco da una banda un fischio, segno che veniva qualcuno: lo zio che faceva da caporione va a quella banda, accenna con la mano a tutti di starsi, tacere, non temere; tutti obbedirono e videro passare in camicia bianca e tutta nuda e scalza una donzella con un barile in capo. Lo zio con un cenno imperioso fece andar via tutti, ed egli col nipote tenne dietro alla fanciulla ch'era sonnambula, e figliuola di onesti genitori.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





Laurenzana Lucia