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      A questi due propongo il mio disegno. Il capitano americano ed il console napolitano cercano dei camerieri pe' deportati, io mi offero come cameriere per essere imbarcato con voi, ed o condurvi tutti in Inghilterra, o almeno accompagnar voi, o papà mio, in America. Con l'aiuto di quei due signori sono stato ammesso e imbarcato. Se non riesco a salvarvi, almeno vi assisto. Voi uscite da un sepolcro, e non reggereste ad una lunga navigazione.
      Ti ringrazio figlio mio.
      Papà mio, mi feci marino per salvarvi. Basta: il capitano non parla che l'inglese, gli parlerò io, l'ha a fare con me.
      Adagio, e ricordati la parola. Dimmi: e di questi camerieri ti conosce qualcuno?
      Uno solo; e gli ho detto che se mi svela prima che cessi il rimorchio, gli brucio le cervella, se mi aiuta gli fo dare un impiego.
      Sei troppo largo nelle minacce e nelle promesse.
      Il giorno appresso io dissi ai miei amici più cari Poerio, Pica, Braico, Schiavoni, De Simone, ed altri ma pianamente e da non far rumore che John era Raffaele, e che voleva condurci in Inghilterra. Noi tutti sapevamo pur troppo che le carte e le proteste non servono a nulla, ed eravam rassegnati ad andar in America, perché vedevamo che era impossibile non andarvi; ma come fu visto in mezzo a noi Raffaele, un marino, e che poteva far intendere al capitano i nostri pensieri, quel proposito si mutò, e sperammo di non andarvi. Quando finì il rimorchio dopo trent'ore, e la fregata si allontanò, Raffaele fu conosciuto da tutti con molta gioia; e quando la fregata disparve dall'orizzonte, ci presentammo al capitano con Raffaele non più cameriere, ma vestito da uffiziale di marina.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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