La ciurma attendeva alla manovra delle vele, e non si curava punto di noi.
Alcuni de' nostri erano proprio sfiniti: non so se saremmo giunti tutti vivi in America.
Il 16 marzo si sbarcava a Queenstown nella baia di Cork.
Io narro di quei fatti solamente la parte che riguarda Raffaele, serbando ad altra scrittura la narrazione compiuta d'ogni cosa. Andammo subito a Londra Silvio Spaventa, Raffaele ed io, e fummo accolti dal caro Panizzi, dal marchese d'Azeglio ministro sardo, da Giacomo Lacaita, da Giuseppe Devincenzi, dei quali serberò sempre carissima memoria. Molti signori inglesi vollero vederci, e ci accolsero con quella cortesia che è propria di un popolo grande e generoso.
APPENDICESono qui raccolte la Dichiarazione 13 maggio 1848 e le Difese, secondo il testo dell'Omodeo del 1934.
Dichiarazione di Luigi Settembrini scritta il 13 maggio 1848 e non potuta pubblicare per la stampa
Immacolato venni all'uffizio di capo di dipartimento nel ministero dell'istruzione pubblica, immacolato ora voglio e debbo discenderne. Lo accettai non perché credetti di meritarlo, ma perché speravo che con una forte e santa volontà avessi potuto far bene alla mia patria. Ma ora siamo ridotti a tal punto che un uomo onesto non può fare il bene, non può stare in uffizio; onde io voglio che pubblicamente si conoscano le ragioni della mia rinunzia.
Il nostro misero paese è ridotto in miserrimo stato. I ministri, ed uomini nuovi alla difficilissima arte del governare, uomini deboli ed inetti, non hanno la forza di disprezzarci e di farci il bene nostro malgrado.
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