Anche io sono assordato dalle grida di uomini sozzamente ambiziosi, e non posso stare più tra questa gente che ti fa venire a noia ogni cosa più santa. Io credeva di abbracciare una purissima vergine, ed ho trovata un'oscena meretrice. Oggi è vergogna avere un uffizio; e se io ritenessi quello che ho sarei creduto simile a tanti tristi, metterei la mano al parricidio della patria, ed io voglio vivere, come son vissuto finora, povero, onorato, incontaminato; e chi può dirmi il contrario si levi e parli contro di me. Taluno forse mi odierà perché dico verità troppo acri, ma tutti debbono rispettarmi perché dico il vero e senza paura o speranza, perché sono di nessun colore, ma voglio libertà con leggi, con ordine, con buona creanza; perché odio i tristi di qualunque condizione sieno, perché voglio premiato il vero merito, e puniti inesorabilmente i ribaldi di tutti i colori. Epperò guardiamoci bene: il popolo griderà, il ministero spropositerà, il Parlamento anche questa volta chiacchiererà, il Re contenterà tutti e si riderà di tutti.
Debbo aggiungere ancora altre ragioni particolari. Il ministero di pubblica istruzione, che deve sopraintendere all'educazione di sei milioni di uomini, che deve preparare la felicità di questo popolo sempre infelice perché sempre ignorante, che dovrebbe essere il primo e più importante ministero è tenuto come cosa da nulla, e si dà come giunta, ora a questo ora a quel ministro; e mentre che dovrebbe essere ministero modello e composto di uomini ottimi, è composto di uomini la più parte nulli.
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Parlamento
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