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      Ma allora mi avvidi che il mio nome non vi era discaro, o miei cittadini; dappoiché voi nei collegi elettorali del 24 novembre con maggioranza assoluta di voti mi eleggeste a deputato, non richiedente anzi repugnante. Or difendetemi voi dell'accusa che mi da il Procuratore generale, che scrive: "che Settembrini in novembre 1848 aveva per mezzo di Iervolino fatto diffondere dei cartellini fra gli elettori per indurli ad eleggere deputati al Parlamento nazionale esso Settembrini, Nisco, e Turco": dite voi, che lo sapete, chi ho pregato io? quali pratiche ho fatto? a chi ne ho solamente parlato? E poteva io parlarne all'Iervolino che è un garzone d'orefice, un miserabile, e non è neppure elettore? Ma l'avessi pur fatto: è delitto questo? Il ministero non ha mandato attorno le liste dei suoi candidati? In tutti i paesi costituzionali non si fanno le liste del candidati? è delitto esser candidato? E se non è delitto, perché il procurator generale me ne accusa? Io sono accusato di cosa che non è delitto, come Pasquale Montella è accusato "di tenere un proclama firmato Aurelio Saliceti, tendente a cangiare il governo in repubblica." E questo preteso proclama sono le parole che il Saliceti disse in Roma quando si proclamò la Costituzione sul Campidoglio, non han che fare nulla con noi, furono stampate in tutti i giornali [4]. Come l'Esposito è accusato che "conservava una fascia tricolore, e Molinaro deteneva del pari un fazzoletto tricolore, emblemi di setta." E si chiamano emblemi di setta quei tre colori che per un anno e mezzo sono stati sulle bandiere napoletane.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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