Io so che i grandi apparati nascondono sempre povertà; e pare che si sia accozzato un gran processo per fare una grande mostra ed un grande spavento sul volgo; ma chi non è volgo con un po' di giudizio e di pazienza osserva le cose placidamente, vede sparire di mano in mano il castello incantato, e sorride. Io dunque parlerò prima del mio processo particolare, e poi del generale per quella parte che mi riguarda.
I miei nemici che fieramente e ingiustamente mi odiavano e volevano vendetta ad ogni modo, dissero fra loro: "Settembrini fu altra volta accusato come settario, e lo dicono acre scrittore: facciamolo dunque accusare come settario dell'Unità italiana, e come autore di un proclama rivoluzionario." Tra i delatori pagati, che sono testimoni in ogni processo, e che quantunque carcerati per truffe e per furti o per note calunnie, sono sempre carezzati ed adoperati, fu scelto quel tristo Iervolino, e fu comperato per accusarmi. Costui è un agente salariato della polizia, come lo mostra quel suo rapporto al Cioffi che sarà presentato dal Poerio, era un cagnotto del Cioffi, è un malvagio che riceve per prezzo d'infamia dodici ducati il mese. Nel 1844 si faceva accusatore di suo padre, dicendo che parlava male del governo con Gaetano Bracale, a cui il commessario Marchese mostrò la denunzia scritta dal figliuolo contro il padre e contro di lui: il Bracale disse a me quest'orrendo fatto. Ecco l'uomo che fu scelto.
Costui, il giorno 23 aprile 1849 scriveva un libello e diceva: che trovandosi senza lavoro e senza pane cominciò ad assistere il Poerio per avere un impiego, e non avendolo subito, pensò che l'indugio derivasse da non appartenere egli ad una società, onde fe' premura al Poerio di ascriverlo, sperando così di spingerlo a dargli impiego essendo lui il ministro di stato: che il Poerio accolse con piacere questa domanda, e lo spedì a Nicola Nisco, facendolo accompagnare da Nicola Attanasio: che il Nisco lo condusse in casa di Federico d'Ambrosio, il quale gli fe' prestare giuramento, gli dié parole e segni settarii: che il Poerio contento di tutto questo gli fece larghe promesse non mai adempiute, quantunque egli assistesse sempre il Poerio, il Nisco, il Settembrini (così io son nominato la prima volta, quasi caduto dalle nuvole): che da tutti noi ebbe incarico di diffondere tra gli elettori dei cartellini in istampa per far nominare deputato Settembrini, Ignazio Turco, e Nisco; e diffondere manifesti stampati coi quali si consigliava il popolo a non fumare, non giocare al lotto, non pagar fondiaria: che gli amici e confidenti del Poerio erano il Settembrini, il Nisco, l'Attanasio, il padre Grillo cassinese: confidenti del Nisco Luigi Tittipaldi e Giovanni Turco: gli amici e confidenti miei erano diversi, ma non sapeva il nome di alcuno.
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