E quasi che tutto questo fosse poco, abbiam dovuto sofferire di leggere sul giornale il Tempo che le nostre eccezioni eran cavilli e pretesti per ritardare la causa e la condanna che meritiamo. Sia lecito al Tempo di sragionare e di calunniare noi, purché non calunni e non offenda una nazione sventurata.
Rimane adunque la pubblica discussione, tremenda per tutti, perché in essa si scopriranno molte e forti verità. In essa interverranno solo pochi uomini e presenti, molti dei quali sono preoccupati da oblique opinioni o sono stupidamente curiosi, e non possono formare quel chiaro ed imparziale giudizio che chiamasi pubblica opinione, e che sarà formato sicuramente ed esattamente dai lontani e dai posteri, ai quali io volgo il pensiero e credo di parlare in queste carte.
Capo IVSguardo generale sul processo
Gettando uno sguardo sopra tutta la immensa mole del processo, si vede che tra le denunzie e le confessioni, tra gl'indizii, gli artifizii, e le pruove sorge una pruova gigantesca, scorgesi un gran fatto che genera tutti gli altri, odesi una voce generale ed uniforme: che tutto quello che si dice avvenuto, è avvenuto perché si voleva togliere la costituzione; che la stessa esplosione avvenne per impedire una dimostrazione anticostituzionale. Se si vogliono ritenere i fatti se ne deve ritenere ancor la cagione ch'è questa: se il fatto è reo, più rea è la cagione che lo produce: e se non si rimuove questa cagione è inutile punire questi fatti, che ne nasceranno altri più gravi. È tristamente vero che le cose umane sono governate dalla forza, e che quando un partito vince opprime l'altro senza guardare a diritto o a giustizia, parole inventate dai deboli ed usate in pace.
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