Del suo costituto non voglio giovarmi punto, accetto le dichiarazioni come stanno. Il signor Silvestri che è stato l'ingegnosissimo architetto di questo processo, dal quale ha ritratto grande lode e maggiore uffizio, si contenta anche egli di questa dichiarazione, la quale è monca, e piena di lacune: ed anch'egli non dimanda niente di quello che era importante dimandare. Imperocché nessuno si persuade che tra agosto e settembre il Margherita conosce il Sessa, che lo presenta a Giordano, e questi gli dice: "O sii settario con me, o vattene"; e che in sì breve tempo divenne intimo di ambedue e fu ascritto alla setta: o il tempo sarà stato più lungo, o ci sarà stata qualche altra persona per mezzo, e la cosa sarà andata altrimenti. E questo ascrivere che cosa significa? fu forse notato il nome in un libro? diede giuramento? Margherita tace: il commessario non glielo dimanda: non gli dimanda neppure che cosa fece da ottobre 1848 a marzo 1849 spazio di cinque mesi. In marzo ha il diploma, ma le istruzioni della setta l'ha avute? il giuramento l'ha prestato? come poteva avere il diploma senza essere settario? come si può essere settario senza giuramento, senza conoscere le regole della setta? Niente di questo gli dimanda l'istruttore. Il quale udendo parlar della setta, avendone lette le istruzioni, che la polizia già aveva avute, doveva pur dire al Margherita: "Ma questo comitato centrale che cosa è? Nelle istruzioni non c'è questa parola. Confondete voi i nomi, o questo comitato è un'altra cosa?
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