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      Odiatemi, opprimetemi, uccidetemi pure, ma dovete rispettarmi perché sono migliore di voi. La storia dirà che si sono commessi assassinii, e dirà da chi sono stati commessi. Io per moderazione ho taciuto nel capo I, che in marzo 1848 si tentò di assassinar me in mia casa, e fui salvo pel concorso della guardia nazionale: ho taciuto e tacerò ancora molti fatti più scellerati, ma se sarò ridotto all'estremo io dirò cose tali che faranno tremare gli occulti e palesi miei accusatori. Fu deciso un macello, fu deciso da tutti, fu deciso in dicembre 1848 quando il ministero aveva riconvocata la Camera pel 1° febbraio 1849, fu deciso dal Poerio, dal Pica, dal Proto deputati, e da me eletto e possibile deputato. Io non so chi è più stolto e chi più m'offende se quello stolto che disse queste cose, o chi le credeva possibili a credersi dagli uomini di senno, e ne faceva accusa contro di noi. Quando in un processo sono queste infamie dovrebbe esser bruciato per le mani del boia. E qui lascio lo sdegno, e rimando l'infamia a chi spetta; gli accusati non possono essere raggiunti né colpiti da sì basse calunnie.
      Né qui s'arresta il Margherita, e dice che il Giordano per mezzo di Raffaele Basile e di Giovan Battista Sersale fe' venire quattro sicari da Avellino, che diede a lui l'incarico di accompagnarli e mostrar loro le sei vittime designate; che egli li accompagnava per la città, ma non curavasi di altro che di mangiarsi i denari che il Giordano dava ai sicari, dei quali egli dice solo il nome di uno; i quali dopo un mese furono rimandati, e il Giordano fu creduto vile e ciarlone.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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