Falsa adunque l'una e l'altra assertiva sul Pacifico.
Nella stessa dichiarazione del 6 giugno dice: "Siccome Settembrini tratta di continuo anzi spessissimo con don Gabriele Rondinella libraio con bottega sotto il palazzo Maddaloni, così credo che per ordine del Rondinella stesso abbia potuto eseguirsi la stampa del detto proclama: anche avuto riguardo alla massima confidenza che passa tra loro".
Nella dichiarazione del 30 giugno richiesto a dire se mai incontrò il Rondinella in casa mia risponde: "che non ve l'ha mai trovato, ha arguito però le intime relazioni tra costoro, dall'avere più d'una volta incontrato il Settembrini nell'atto che usciva o entrava nella bottega del Rondinella, sita dirimpetto non sotto il palazzo Maddaloni": egli però non conosce di vista il Rondinella.
Dunque ora mi vede trattar di continuo anzi spessissimo col libraio, or mi vede entrare ed uscire più d'una volta dalla libreria: dunque perché io entrava ed usciva aveva massima confidenza, e commetteva la stampa del proclama.
Dunque la libreria del Rondinella ora è sotto il palazzo Maddaloni, e si scambia con la libreria Montuoro; ora è al suo vero posto cioè dirimpetto il palazzo Maddaloni. L'istruttore colpito da queste brutte contraddizioni gli domanda se conosce il Rondinella, ed egli risponde: "Io però non conosco di vista il Rondinella". Signori, è verissimo che io conosco il Rondinella, come dissi nel mio primo interrogatorio, è verissimo che io andava nella libreria per comprar libri. Questo è fatto non sospetto, è fatto necessario per un uomo di lettere: ed io conosco quasi tutti i librai di Napoli.
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