Sì, egli descrive solo una parte della mia casa, cioè la sala, l'anticamera, poi lo studio a destra e la galleria a sinistra. Questa parte una spia poteva conoscerla o da, sé, o per relazione, specialmente perché quando io teneva studio faceva stare la porta aperta, ed ognuno sol che avesse ficcato il capo dentro, avrebbe veduta quella parte che il Iervolino descrive e che non vide mai. Ma che dico: non vide? Sì, vide quando io fui arrestato. Imperocché nella stessa dichiarazione egli dice, che quando io fui arrestato, egli erasi recato in mia casa, ma avendo appreso abbasso al portone che eravi la polizia, corse a darne avviso al Poerio. Giusto in quel giorno, in quell'ora ed in quel momento egli veniva da me! Fu il caso dunque, fu il suo buon genio che ve lo condusse allora? No: fu la sua malvagità. Egli non conosciuto da me venne tra gli sbirri ad arrestarmi, venne in compagnia di colui al quale egli scrisse quella sua lettera presentata dal Poerio, venne e vide quella parte della casa che descrive; venne per godere del mio arresto e del dolore che egli gettava nella mia famiglia, venne per feroce sbirresca curiosità, venne per accertarsi del fatto pel quale sperava e forse ebbe compenso: venne quella volta sola.
Né la polizia ha voluto convincersi del contrario, dappoiché non interrogava la mia vecchia serva e la donna che abitava nel palazzo, dalle quali il Iervolino afferma che fu veduto, e che dimandava se io era in casa. Quando io negava e il Iervolino non solo affermava ma indicava testimoni, perché non interrogar queste due donne?
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