Perché si sarebbe scoperto il vero, perché si voleva mettere ombre e non luce attorno alla dichiarazione di costui. E per la stessa ragione mi si negava di pormi in contraddizione col mio accusatore, siccome io chiedeva sin dal mio primo interrogatorio, perché si sapeva che io poteva confonderlo come aveva fatto il Mignogna, poteva mostrare la calunnia fin da principio.
Or quale altra pruova voi volete, o giudici, che costui è un ribaldo calunniatore, quando io vi ho mostrato che egli nelle sue dichiarazioni va sempre crescendo di malizia, e ad ogni passo dice e contraddice, che si asserisce settario e non sa neppure lo scopo della setta, che non mi conosceva ma spiava i miei passi per calunniarmi, che veniva in mia casa quando io fui arrestato, per pascersi e godere della mia sventura? Quando avete veduto che la polizia stessa lo credeva mendace, e non istruiva su le sue denunzie? E se a tutto questo aggiungerete ciò che fu detto dai testimoni Marincola e Mazzola, e ciò che avrebber potuto dire i testimoni che io vi dava e voi mi rigettaste; avrete la piena dimostrazione, che non solo dovete dubitare, ma dovete essere certi che Luigi Iervolino è un calunniatore.
Ma costui ha presentato un proclama; ne parlerò quando dirò se io sono un cospiratore.
ROMEO - Gaetano Romeo dice, e poi più volte disdice, che in casa Miele intese nominare come capi della setta il Poerio, il Proto, il Settembrini, e più tardi v'aggiunge il principe di Torella ed il cav. Bozzelli. Ma da chi il Romeo intese dir questo? chi altro di casa Miele udì le medesime cose? che valore può avere il suo vago detto, da lui solennemente disconfessato?
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