Io voglio dimostrarvi che ha mentito, voglio dimostrarvi perché ha mentito, voglio dimostrarvi che egli invece di essere l'Atlante del processo come si crede, è per contrario colui che ci svela tutta la impostura e gl'impostori che si chiaman setta e settarii. Il procurator generale fa tutto dipendere dalla setta: il Margherita dà alla setta i capi: quindi vinto il Margherita saranno schiacciate le teste dell'idra, sarà rotta, sgominata, confutata l'accusa.
Io ho veduto che il procurator generale nella sua requisitoria ha fatto gran caso delle istruzioni della setta, onde ho voluto leggere e considerare attentamente queste istruzioni, e i documenti che seguono, e con esse alla mano io torrò la maschera all'impostura.
Tra l'immenso numero di accusati confessi, testimoni, e denunzianti che sono in questo processo, il solo Luciano Margherita parla di un preteso, or comitato, or consiglio regolatore della setta, ne nomina i componenti, e ne dice le decisioni e le operazioni.
Imperocché il Vellucci, il Piterà, il Faucitano, l'Errichiello, l'Antonetti, il Vallo ed altri, tutti avevan parlato vagamente di quell'intrigo che chiamasi setta, ma nessuno di essi era salito più su del Giordano e del Sessa, a cui eran dati i primi onori, i primi gradi, e la direzione di un comitato di operazioni. Bisognava riempire questo vuoto che era nel processo, e forse nell'animo dei processanti: bisognava che le sparse fila si raccogliessero, che coloro i quali erano stati vagamente calunniati dal Iervolino e dal Marotta fossero più direttamente feriti al cuore.
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