Ed ecco venire su le confessioni del Margherita.
Primamente è degno di tutta la vostra attenzione, che il Margherita non parla per iscienza propria, ma per detto del Giordano e del Sessa, per modo che se mai costoro un giorno dessero pruove innegabili che costui ha mentito, voi dando fede ai sui detti, e ritenendoli come elementi di una condanna capitale ed irretrattabile, potreste pentirvi amaramente di avergli creduto. Chi vuol calunniare il prossimo senza darne pruove, dice sempre di aver saputo e di aver udito da altrui. Ed il Margherita molto dice e nulla pruova.
Nella prima dichiarazione dice, che per fame ei divenne settario, che il 1° marzo ebbe il diploma, che il fine della setta era di mantenere la costituzione, che udì dal Sessa e dal Giordano, che il Pironti, l'Agresti, ed il Settembrini ed il Persico eran membri del comitato centrale, ma che egli non li conosce, né li ha mai veduti. Nella seconda dichiarazione afferma di aver udito dire dagli stessi Giordano e Sessa, che questo comitato centrale dirigeva tutte le mosse del partito liberale, che era presidente l'Agresti, io segretario, il Persico cassiere, gli altri membri, e più di dodici. Che dopo lo scioglimento delle Camere questo comitato prese nome di alto consiglio della setta, e che arrestato l'Agresti ne fui io il presidente.
Signori, il Margherita nella sua prima dichiarazione voleva dir tutto, perché incomincia così: "Narrerò schiettamente come, quando e da chi fui tratto in inganno, e se colpa vi è si deve ai capi attribuire"; poteva dir tutto, perché egli era unitario, come lo dimostra il suo diploma che ha la data del 1° marzo 1849; e questo grado di unitario è un alto grado della setta, secondo l'articolo 5 delle Istruzioni, nel quale sta scritto, che gli unitari sono i presidenti ed i consiglieri dei circoli.
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