Se dunque il Margherita voleva e poteva parlare, perché non parlò dell'alto consiglio, perché disse che non ci conosceva? perché egli unitario scambia i nomi? Quel suo comitato centrale era cosa settaria o non settaria? Se era cosa settaria, mi si dica dove sta nominato nelle Istruzioni un comitato qualunque? Se non era cosa settaria, come si veniva a mettere nella setta, che doveva avere i suoi ordini, e le sue gelose gerarchie?
Questa trasformazione di comitato centrale in alto consiglio, non sarebbe stata la più arbitraria, la più flagrante violazione di una liturgia non creata qui in Napoli, come si lascia travedere dallo stesso atto di accusa, e che doveva essere rispettata da tutta la famiglia dei settarii? Egli è un gran fatto, un fatto immenso, che il Margherita nella prima dichiarazione abbia taciuto dell'alto consiglio, e che ne abbia parlato nella seconda, facendolo nascere da una trasformazione assurda ed impossibile. Questo fatto dimostra che nella seconda dichiarazione il Margherita sicilianamente poetò, scelleratamente inventò, e per inventare verosimilmente cercò di ricordarsi degli statuti della setta. Ma appunto questi statuti lo confondono e lo dimostrano calunniatore.
Ma, o signori, prendiamo le Istruzioni, e non vi troveremo parola né di comitato né di alto consiglio: vi è solo un gran consiglio composto di sette grandi unitari, quasi dei sette savi della Grecia senza presidente, secondo l'articolo 6. E questo gran consiglio per i documenti stessi stampati dall'accusa non esisteva, né poteva esistere in Napoli.
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