Non si può dunque ammettere questa ipotesi, la quale è contraria ai detti espliciti del Margherita.
Ma che vado io più seguitando questo gran poeta del processo, questo gran sognatore, che finalmente si è svegliato perché tocco dal dito di Dio? Dove sta l'altissimo immaginato consiglio, dove i presidenti, dove tutte le [f]ole che se non fosser terribili sarebber ridicole? Io credo che tutto è distrutto. Il Margherita ha mentito, il Margherita ha ingannato l'istruttore, e se voi gli credete e riterrete i suoi detti per elementi di condanna, ingannerete voi stessi ed il mondo.
Ma come ha mentito? ma perché ha inventati tanti fatti? donde li ha cavati? come tutto, tutto è invenzione? Signori, il Margherita ha mentito perché ha creduto ai sogni ed alle fantasie del Giordano, del Sessa, e le ha sicilianamente esagerate: ha narrati i discorsi come fatti, le fantasie come realtà, i desiderii come azioni, i peccati di pensiero come peccati di azione; ha mentito per acquistar merito al cospetto della polizia, mostrando che si disegnavano assassinii ed egli astutamente li faceva riuscire a vuoto: ha mentito perché vedeva che quanto più calunniava gli altri, tanto più migliorava la sua condizione, più si rendeva accetto alle autorità; ha mentito per la stessa ragione che si fece settario, perché sperava un pane insanguinato guadagnato con la calunnia.
Né si dica che la sua dichiarazione fu spontanea, solo perché l'istruttore diceva che egli il 16 ottobre si fece chiamare e spontaneamente rivelò. Imperocché due fogli prima, al fol.
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