52 vol. 25 sta scritto, che lo stesso commessario nello stesso giorno 16 ottobre "volendo mostrare al detenuto Luciano Margherita il diploma a lui intestato lo abbiamo fatto rilevare dalla prigione, e venire in nostra presenza." E quella dichiarazione non si fa in un giorno, non si fa d'un fiato. E forse le aggiunzioni e le postille sono la sola verità che il Margherita ha detto.
Io non dirò che il procurator generale ha dichiarata mendace questa dichiarazione, cercando libertà pel Pallotta, pel Sersale, e pel Gualtieri ancora e pel Persico. Non dirò che la corte con la sua decisione del 19 dicembre 1849 non confermò l'arresto pel Gargano, pel Cuomo, pel Palomba; ma dirò che il solo Margherita affermava che Giorgio Haetzel parlando con lui gli profferiva un soldato congedato per commettere un delitto orribile, il regicidio: e la corte con la stessa decisione diceva che per Haetzel non c'era luogo a proseguir l'istruzione. Dunque la corte che credeva mendace il Margherita quando asseriva un fatto di scienza propria, lo crederà quando dice di aver saputo da altri che io era capo della setta?
Per tutti questi fatti e queste considerazioni voi vedete, o giudici, combattuta e distrutta l'assertiva che io sia capo-settario. E non è altro che un'assertiva senza alcuna pruova quello che si dice dal Iervolino, dal Romeo, dal Carafa, dal Margherita.
Sarò stato forse un semplice settario? Ma chi mai dei settarii confessi mi chiama suo complice? Chi mi conosce ascritto alla setta? In quale circolo sono stato ascritto?
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