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      Non si può dire che l'alta polizia avesse avuta questa prescienza dallo stesso Iervolino, perché costui si sarebbe presentato spontaneamente al Maddaloni, e non avrebbe aspettata una chiamata, avrebbe scritto un libello denunziatorio, avrebbe voluto farsi un merito maggiore, il cancelliere avrebbe regolarmente certificato che il Iervolino si presentava spontaneo, ed il Iervolino non avrebbe detto nella sua dichiarazione, "li ho ritenuti e son pronto ad esibirli," ma "li ho esibiti." Egli è dunque evidente che i primi indizi del proclama, la prescienza che ne aveva l'alta polizia non le venivano dal Iervolino, ma da altri; e che Iervolino presentò il proclama non spontaneamente, ma chiamato. Chi dunque dava questa prescienza?
      Ricordate, o giudici sapienti e giusti, ricordate che quando io vi dava quei sette testimoni, vi diceva ch'essi vi avrebber detto, che il Iervolino aveva dodici ducati al mese, e vi avrebber dette molte altre cose ancora. E queste parole ve le ripeteva il mio avvocato.
      Quei testimoni vi avrebbero detto e provato, che Luigi Iervolino confessava loro di essere stato costretto a dire che aveva ricevuti i proclami da me, che glieli aveva dati, e lo aveva costretto quel medesimo a cui egli scrisse quella lettera presentata dal Poerio, quel medesimo che faceva mettere in carcere Bernardino Cristiano, quel medesimo che lo mandava dietro di me per spiare i miei passi, quel medesimo che co' figliuoli veniva ad arrestarmi, quel medesimo col quale venne il Iervolino in mia casa tra i birri.


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Ricordanze della mia vita
Volume Secondo
di Luigi Settembrini
pagine 356

   





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