E trasparisce il bieco pensiero dalla stessa dichiarazione di Iervolino, il quale dice che io gli diedi il proclama, non già che io lo composi, perché un uomo della sua risma non poteva sapere questo segreto; ma fa intravedere che io l'avessi potuto scrivere, mettendo in mezzo la sua stolta congettura, che il Rondinella l'aveva stampato. E intanto quel qualcuno andava spargendo sordamente, che io n'era l'autore, la quale voce come un'eco stanca fu ripetuta quattro mesi dopo dal Margherita. Così spiegherete la inesplicabile prescienza, così la tardanza del mio arresto, così le stolte e scellerate circostanze dette dal Iervolino, così la quiete in cui rimangono il Pacifico ed il Rondinella parecchi giorni.
Ma chi compose quello scellerato proclama? Il Margherita dice aver saputo dal Sessa che l'avea composto io. Ammetto per poco che il Sessa glielo abbia detto: ma quando glielo avrebbe dovuto dire? Dopo il mio arresto, dopo che per tutta Napoli si era sparso che io era stato arrestato per un proclama. Si disse proclama, si nominò Settembrini, si conchiuse Settembrini ha scritto un proclama, mentre io era stato arrestato come spargitore non come autore. La voce era stata sparsa anche ad arte, ecco come il Sessa poté dirlo al Margherita. Ma voi, o giudici, dovete chiedere: "ma il Sessa lo ha detto veramente al Margherita?" E se glielo ha detto, gli ha ripetuto una voce vaga, o quello che egli sapeva? Ci è pruova che il Sessa l'abbia saputo da me? che io l'abbia dato al Sessa? Chi dice d'averlo saputo da me? chi ha presentato mio manoscritto? forse se n'è trovata copia, segno, traccia in mia casa?
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