Sappiamo che ella non peccò: lasciamo dunque in pace, s'ella lo custodì laggiù nel suo intimo cuore, il suo amoroso mistero!
Ma veramente, su questo proposito, io sono d'accordo con un grande scrittore nostro moderno, il quale ha scritto queste parole: «Il sano gusto dell'arte, nelle donne sane genera a poco a poco una specie di scetticismo amabile e di mobilità gioiosa che le difende dalla passione»: parole che racchiudono tutto un trattato di scienza del cuore femminile! È vero: quando la donna ha sortito da natura un di più d'intelletto di quello necessario a guidare gli atti della sua vita: quando ha in se medesima, latente, un cumulo di forze vive, di energie gagliarde che ne fa ella? Ella deve darle a qualche inclinazione del suo spirito o del suo cuore: e questa inclinazione suole essere, nella maggior parte dei casi, la grande illusione.... l'amore, che è la porta di tutti i nostri guai! Quando invece l'intelletto femminile sia felicemente aperto alla luce dell'arte, quando questa luce s'impadronisca di tutte le inoperose energie del nostro intelletto e del nostro cuore, allora si determina, nello spirito femminile, l'invidiabile stato, il solo veramente felice, che il nostro Poeta, in poche linee, mirabilmente descrive.
E questo stato, io penso, fu dal cielo concesso ad Isabella d'Este Gonzaga.
Fu essa, per comune consenso di storici, un modello di ogni virtù. Come moglie fu un tesoro, non soltanto di fede, ma di amichevole affetto, di savia cooperazione nelle cose dello Stato, di valido appoggio nei momenti difficili, di consiglio ponderato e fiero.
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Poeta Isabella Este Gonzaga Stato
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