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      Io penso quanta viva ammirazione dovette suscitare intorno a sè, in un tempo di così diffuso «esteticismo» questa adorabile creatura, animatrice di tanta bellezza, dall'anima così armoniosa, che ebbe tanto pensiero su la bella fronte, sotto la corona del lucido oro! E se pensiamo da quali uomini ella fosse circondata e adorata, dobbiamo veramente imaginarla temprata di incorruttibile acciaio, poichè sappiamo che da nessuno di tutti quei principi del sangue o dell'ingegno, le due grandi aristocrazie della terra, ella fu mai indotta a piegarsi al male. Era a' suoi piedi il magnifico Pietro Bembo, che fu detto il grande «flirteur» del Rinascimento, colui che offriva il suo cuore a spicchi, come un vivo melagrano, a tutte le gentildonne del suo tempo: l'ammirava il Bibbiena, che fece rappresentare per la prima volta, in suo onore, a Roma, la scurrile Calandra: Baldassare Castiglione, che nel «Cortigiano» ci dice come ella fosse l'ideale della compita gran dama: l'ammirarono tutti coloro che la conobbero.
      A Ferrara, quando vi si recò, contro sua voglia, per assistere alle nozze di suo fratello Alfonso con Lucrezia Borgia, fu proclamata, di tutte le principesse ivi convenute, la più bella: di là, una delle dame del suo seguito, scriveva: «La signora Isabella è da li nostri e da quelli son venuti porta il vanto de la più bella, e questo è senza fallo, poichè appetto sua signoria erano le altre un niente. Così dunque porteremo il palio a casa di madonna mia». Ah, che deliziose lettere ella scrive, ogni giorno, dalla sua Ferrara, al marchese suo marito!


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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