Richiamiamo un poco i nostri ricordi: volete? Successe Cleopatra, sul trono d'Egitto, a dodici re di sua gente, una gente greca che governò da prima l'Egitto in nome del grande Alessandro, e che gli successe fondando la dinastia dei Lagidi, la quale occupò quel trono gloriosa nella guerra e nella pace: e fu, Cleopatra, l'ultima signora di quella sacra terra innanzi al dominio romano.
I poeti, amici proni di Augusto, l'hanno descritta un mostro di scostumatezza e di male arti di regno: ma nulla di ciò è provato: nulla, all'infuori delle sue avventure d'amore con Giulio Cesare prima, poi con Marc'Antonio. E Plutarco, il fedele e meraviglioso narratore, non vilipende il suo nome. Esso è quello d'una Regina che riunì in sè molte debolezze femminili e una vigorosa intelligenza, uno spirito colto e una raffinata educazione Alessandrina: il gusto squisito d'artista della razza greca alla quale apparteneva: poco dominio di sè nelle passioni, qualità affettive insuperabili. La dissero frivola, lusinghiera, profondente tesori per adornarsi (non dimentichiamo ch'ella era una Regina d'Oriente!): possedeva le più meravigliose perle che allora si trovassero al mondo: ma in pari tempo copriva Alessandria di monumenti d'arte, che tramandavano all'avvenire la sua gloria di Sovrana: amava la gaia vita, i piaceri, i giuochi, i profumi, le follìe: ma nessun dono mai le fu più caro della biblioteca di Pergamo, ricca di duecentomila volumi, omaggio a lei di Marc'Antonio, ch'ella fece custodire come un tempio.
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