Ella fece della sua vita una grande opera d'arte, certo inconsciamente, come inconsciamente l'artefice dà vita al capolavoro. Dica pure il bieco Macbeth che la vita non val nulla, ch'essa è «una favola raccontata da un idiota»; ma quando la vita, come quella di Cleopatra, è una favola raccontata da un poeta, allora può valere la pena di viverla: e la favola è immortale.
Ecco perchè a me pare che l'episodio di questa classica favola non sia stato bene veduto dalla mente nè bene raccontato a noi dal pennello dell'antico maestro colorista Francesco Barbieri, detto il Guercino.
GIULIA RÉCAMIER.
Io voglio parlare a qualche delicata anima femminile di Giulia Récamier, di colei la cui fama vola nel mondo da più di un secolo, sì come fama di uno di quei monumenti di divina perfezione, la quale ahimè per essere umana, è destinata a perire, in breve volger di tempo, in tutto.... fuorchè nel ricordo.
Ma questa donna tanto celebrata per la sua grande bellezza ebbe, a' miei occhi, una bellezza interiore ancor più grande di quella che adornò il suo corpo mortale; bellezza che il meraviglioso involucro offusca, a prima vista, in faccia alla folla, gettandola come nella discreta luce del secondo piano di un quadro: ma che si rivela all'indagatore non volgare con un profumo di gentilezza sottilmente squisito, e finisce col diventare, di quella figura, il carattere essenziale.
A me sembra che il sortire da natura il dono completo della bellezza produca in faccia alla propria coscienza ed in faccia alla vita, una grave somma di responsabilità. L'uso della ricchezza è uno dei più serî problemi umani, non è vero?
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