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      Madama Swetchine, la illustre scrittrice russa, che da prima ebbe qualche prevenzione contro di lei, finì per adorarla; e le scriveva: «Ce charme pénétrant, indéfinissable qui vous assujettit même ceux dont vous ne vous souciez pas!»
      La sua celebre amicizia con madame de Stäel giunge, in Giulia Récamier, fino all'eroismo, poichè ella sfida la collera di Bonaparte mostrando «a viso aperto» la sua devota affezione per la grande esiliata, partendo in mesto pellegrinaggio per andare a consolarla nella lontana terra del suo esilio.
      E come imperiale castigo, s'ebbe, ella medesima, l'esilio, pel quale errò, tre lunghi anni, fuori della patria, con pochi mezzi di fortuna, lontana da coloro che amava di più.
      Ah l'ultimo gran capitano che splende su le pagine della storia non aveva l'animo cavalleresco davvero!
      Eppure la bellissima esiliata non glie ne serbò rancore: e di questo abbiamo innumerevoli prove. Con due consanguinee del Côrso ella fu unita di profondo affetto, affetto che dimostrò loro nella buona e nella cattiva fortuna: con Carolina regina di Napoli; e con la bionda, malinconica Ortensia, che esalava la sua invincibile tristezza, in dolci e belle pagine musicali....
      Quantunque di idee legittimiste, Giulia Récamier era così buona francese da non poter vedere senza orgoglio la gloria di Bonaparte, e da non sentirsi commossa alla sua rovina. Trovandosi ella un giorno, dopo Waterloo, in una casa amica, in compagnia di Lord Wellington, e avendolo udito dire con arroganza: «Je l'ai bien battu!


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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