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      Poichè ella non ebbe l'onestà austera, ma quella dolce e lieta, che non si compone in attitudine eroica, quasi ad aspettare l'applauso della folla: e se qualche volta fu sinceramente commossa per avere cagionato, inconsapevolmente, qualche profondo dolore, le piacque però sempre, e non lo nascose ipocritamente, di essere ammirata.
      In Ballanche, il filosofo dal gran cuore e dal volto deformato, l'amore deluso divenne sottomissione di cane fedele. Tutto chiuso come un'urna nel suo affetto che non finì che con la morte, egli la seguì sempre dappertutto come un'ombra discreta, rassegnato e paziente, ma tutto bruciante come un rogo di interno amore. E come teneramente ella lo amò! Fu il penultimo della eletta schiera a precederla nella morte: e quando egli cadde gravemente ammalato, ella volle andare ad assisterlo, come una buona sorella, benchè i medici la scongiurassero di non uscire di casa, avendo ella da poco sofferta una grave operazione agli occhi. Ma non li ascoltò aveva un dovere di amicizia da compiere.... che cosa per lei poteva valere di più? Uscì dunque, ed assistè fino all'ultimo respiro il fedele amico della sua giovinezza.... ma i suoi occhi non videro mai più la luce pel tempo che ancora visse! Così si può dire senza iperbole ch'ella amava i suoi amici più della luce degli occhi suoi!
      Ma nella inquieta, profonda anima del grande Chateaubriand, l'amore forse non riuscì a trasformarsi mai. Egli l'amò già maturo, e anche essendo assai vecchio ma con l'anima sempre giovane, piena di misteriosi fantasmi, egli, io credo, amò sempre d'amore colei che fu il più dolce sorriso della sua vita.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





Ballanche Chateaubriand