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      Ah que ne suis-je pour toujours dans la petite cellule!» Poi da un viaggio nel mezzogiorno: «Il faut vous revenir. Femmes, hommes, ciel, palmiers, tout ce que j'ai vu ne vaut pas un moment passé dans votre douce présence. Il n'y a de repos pour moi que là!» Una lettera del Poeta mi prova, in aiuto al documento della fuga di madame Récamier per Roma (quando il nemico è solo fuori di noi non è necessario prendere così grandi precauzioni!) che la virtuosa donna aveva per l'autore di Renato un sentimento meno tranquillo della semplice amicizia. Sfuma dunque la leggenda ch'ella fosse inaccessibile all'amore: no, ella fu solo inaccessibile alla colpa! «Allons! J'aime mieux savoir votre folie que de lire des billets mystérieux et fâchés!... Et si j'étais coupable, croyez-vous que de telles fantaisies vous fissent la moindre injure et vous ôtassent rien de ce que je vous ai à jamais donné?» Non è vero che questa lettera ci pone quasi sotto gli occhi una lettera di gelosia di lei? E può la sola amicizia essere gelosa? Certo, ella ebbe l'amicizia ardente. Questa donna che non fu moglie, non fu madre, nè fu amante (nel significato meno nobile della parola) ebbe tutta la sua vita come corsa da un rivo di tenerezza della quale irrorò ogni anima ch'ella giudicasse meritevole e degna.
      E colei che fu così vigile custode del suo essere corporeo, quanta ideale copia di sè non fece altrui! Forse, per concedere qualche cosa al positivismo delle indagini, si può ammettere che la purissima fosse un poco aiutata nel traversare, come vestita di amianto, tanto fuoco di passioni, dal tranquillo equilibrio del suo temperamento.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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