Il lusso che fiorisce nelle corti, l'ozio, il caldo sole di Provenza, avevano, in quel periodo, adombrato la medioevale purità dei costumi: così che le descrizioni dell'Avignone di quel periodo, ci dànno imagine di una qualsiasi corte italiana del Rinascimento, anzichè della città eletta a sede terrena del Regno dello Spirito, da' Pontefici dello scisma.
Ivi, tra l'accolta di giovani signori, maestri di ogni squisita arte di galanteria, Petrarca menava il vanto sì per l'alto intelletto, che per la bellezza della giovanile persona, cui il precoce biancheggiare della fulva ondulata chioma, doveva conferire singolare incanto. Egli soleva ornare la sua persona con ogni maniera di squisite eleganze: e la sua anima complicata, sentimentale, un poco malata di quel misterioso male che noi crediamo tutto moderno e che fu invece di tutti i tempi: la fatale doglia umana; e il suo caldo temperamento in lotta perpetua col suo mistico spirito, dovevano fare di lui un uomo atto, o nessun altro al mondo, a conquidere il cuore delle donne.
Nè il cuore della savia moglie di Ugo de Sade rimase chiuso all'incanto! Ma ella era la moglie cristiana di un altr'uomo, era madre di dolci figliuoletti, aveva data la sua fede: era donna equilibrata e sana, e il cielo del Medio Evo era pieno di minacce e di vendette! Ce n'era abbastanza, mi pare, perchè una donna onesta restasse tale, anche se la tentazione fosse forte!
Svolgendo le pagine del Canzoniere, noi vediamo Laura benigna, talvolta, col giovane italiano, ch'essa incontra al tempio, in qualche eletta adunanza, o per la via: e che passerà, chi sa quante volte, innanzi alla casa baronale, dove sovente sull'alto sedile di pietra che corre lungo la facciata, la bionda gentildonna, secondo l'uso del tempo, passa le ore in lieto ed amichevole conversare.
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