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      Ivi egli attesta la verità di quella unica passione che lo fa, per tanti anni, pallido ed errante, che lo fa cercare, appena trentenne, l'esilio di Valchiusa, che lo fa crudelmente soffrire, sì, ma lo innalza e lo migliora.
      Che il Canzoniere possa dare l'erronea, superficiale impressione di una certa freddezza, di certa pacata compostezza, di un amore fatto più di fantasia che d'anima, di un pianto troppo elegantemente versato, io posso anche ammettere: non tutti gli orecchi sono felicemente temprati ad accogliere immediatamente il gaudio di quelle armonie! E la causa di questa erronea impressione, per me, sta in questo.
      Una cosa perfettamente bella procura, al primo vederla, più meraviglia che commozione.
      Guardate, per esempio, il dolore rappresentato dall'arte greca. È un dolore sempre così bello, che a prima vista non vi tocca. La linea, in esso, difficilmente si scompone, c'è sempre un'alta dignità ne' suoi accenti, così che la sua forza viene mitigata, direi rasserenata, dalla stessa bellezza della sua rappresentazione.
      Ma chi oserebbe negare, anche se appare a noi nell'aspetto di un Dio, nell'arte e nella vita, il Dolore? Non è di dolore, principalmente, fatto il cuore dell'uomo?
      E un cuore dolente fu certo quello di Francesco Petrarca; e la sua poesia nacque dal suo dolore.
      O Laura, dolce Madonna, siano rese a te grazie da tutti i cuori! Per te molto sofferse, è vero, il tuo poeta: ma col negarti a lui tu gli facesti, o castissima, il maggiore dei doni: gli desti un tesoro di Poesia.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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